Degustazioni & Visite alla Tenuta
Cuore pulsante dell’Etna
Territorio
Benvenuti
nel cuore dell'Etna
Dove la storia e la natura si fondono nel territorio del Monte Ilice.
Questo antico cono vulcanico, formatosi tra il X e il XIV secolo, si erge maestoso sul versante sud-orientale del vulcano, offrendo panorami mozzafiato sulla costa ionica. Il Monte Ilice deve il suo nome ai lecci che popolano i suoi boschi, simbolo della ricca vegetazione che abbraccia il paesaggio.
Oggi, inserito nel Parco Regionale dell’Etna, rappresenta un luogo di resilienza, con i suoi pendii che custodiscono una tradizione secolare.






Viticoltura
sul monte ilice
Il Vigneto
La viticoltura sul Monte Ilice, un cono vulcanico inattivo a 908 metri sul versante sud-est dell’Etna, si distingue per l’influenza determinante del terreno sulla vendemmia e sul vino finale.
Il suolo, composto principalmente da sabbie vulcaniche ricche di minerali come ferro, magnesio, potassio e fosforo, derivanti dalle eruzioni etnee, gioca un ruolo cruciale.
Questa composizione minerale arricchisce le uve, conferendo ai vini una spiccata mineralità e una struttura complessa, che li rende eleganti e longevi.
Un terreno ben drenato favorisce una maturazione uniforme delle uve, mantenendo un equilibrio ideale tra zuccheri e acidità, essenziale per la freschezza del vino.
In combinazione con il microclima unico, il terreno vulcanico del Monte Ilice produce uve di alta qualità, che si traducono in autentiche espressioni del terroir etneo, caratterizzati da tannini morbidi e complessità aromatica.

1030 d.C.
La Storia
La storia di Tenuta Monte Ilice ha origini antiche, legate a terre un tempo boschive appartenenti allo Stato della Chiesa. Nel Medioevo, il Papa donò queste aree agli agricoltori locali per la viticoltura, chiedendo in cambio la decima parte del vino prodotto.
Simboli ecclesiastici, come una croce in calce e un ostensorio scolpito in pietra lavica, ancora oggi testimoniano questo passato. Nel 2005, la famiglia Romeo ha dato nuova vita a questo patrimonio, fondando la tenuta su un cratere spento del 1030 d.C. e recuperando antichi palmenti.
Il palmento principale, un tempo fulcro della vinificazione tradizionale con pigiatura a piedi e tini sotterranei, è oggi un ristorante. Su una superficie di 12 ettari, 6 sono dedicati a vigneti terrazzati e coltivati con vitigni autoctoniche si adagiano su ripidi pendii. Il terreno, ricco di minerali vulcanici grazie alle colate laviche storiche, dona ai vini caratteristiche uniche.
Da una produzione iniziale di 25-30 mila bottiglie annue, l’azienda guarda al futuro, ampliando i vigneti per raggiungere 50-60 mila bottiglie, sempre nel rispetto della tradizione e del disciplinare della DOC.